No alcol day
giornata nazionale senza alcol


no alcol day

no alcol day

Provengo da una famiglia di quasi astemi ma durante l’adolescenza ho subito la nefasta influenza dei miti auto distruttivi degli anni ’80 per cui sono cresciuto in ambienti dove la chitarra ed il vino rosso rappresentavano un simbolo libertario.

Ho sempre amato la birra per il suo sapore amaro, ma non posso assolutamente negare il gradimento per il piacevole effetto rilassante dovuto alla sua gradazione alcoolica.

La saggezza popolare ci ha insegnato che “un buon bicchiere di vino aiuta la digestione e previene varie malattie” e la cultura enologica nazionale ci contraddistingue nel mondo come migliori produttori di vino a livello mondiale.

Purtroppo però il fenomeno alcolismo vive una progressiva crescita esponenziale con il preoccupante abbassamento della soglia di età dei consumatori abituali.

A completare questo quadro ci pensano i supermercati con le loro offerte commerciali, per cui un litro di vino o di birra costa meno del succo di arancia, per cui approvigionarsi  dei medesimi non rappresenta un problema neppure per quei gruppi di giovani che prima della chiusura delle saracinesche, fanno incetta di bottiglie con pochi euro.

Proprio ieri sera, in coda alla cassa di un discount, sono rimasto colpito da una coppia di ragazzi con il carrello pieno di Moretti in offerta; uno dei due sghignazzando ha affermato: “così quando arriviamo in centro ci basta un colpo e siamo a posto”.

La nuova abitudine del cosiddetto “apericena” ( aperitivo + stuzzichini a buffet senza limiti ) ha trasformato le abitudini sociali di moltissime persone per cui, terminato il lavoro, si inizia la serata etilica passando dal pre al post cena senza demarcazione di tempo e luogo.
La Liguria tra tutti i record collezionati detiene anche quello della dipendenza da alcol e le morti sul lavoro collegate all’ebrezza rappresentano una percentuale altissima sul totale.

A questo punto, esattamente come per le sigarette, mi sorge spontaneo un interrogativo:
come possono coesistere in una società evoluta, realtà così contrastanti come la consapevolezza del rischio di malattie mortali con l’autorizzazione alla produzione, vendita ed uso di sostanze in grado di originarle ?

Per quale ragione l’alcool come il tabacco viene venduto liberamente, mentre la Cannabis e i suoi derivati sono banditi malgrado le comprovate proprietà terapeutiche ?

Gli interessi miliardari legati allo spaccio legalizzato di sostanze cancerogene presso bar e tabaccai, rendono improbabile se non impossibile qualsiasi ipotesi di trasformazione sociale.

A prescindere da queste considerazioni forse scontate sull’abuso, in questi giorni una notizia è balzata alle cronache come una bomba inattesa: l’alcol è nocivo anche se assunto a piccolissime dosi.

L’alcol provoca il cancro. Come il fumo, l’amianto, il benzene. Tanto che L’Organizzazione Mondiale della Sanità, con uno studio depositato nel novembre 2010, ha inserito il suo consumo nel Gruppo 1: massimo rischio cancerogeno. Eppure, l’alcol dagli anni ’80 è ancora escluso dall’obbligo di etichettatura che informi i consumatori della sua pericolosità. Proprio per informare gli utenti sulla correlazione tra bevande alcoliche e tumori – in Italia il 9 per cento dei casi di cancro è legato al consumo di alcol – parte la campagna nazionale L’alcol uccide la vita, con l’obiettivo di chiedere all’Agenzia per la Sicurezza Alimentare, alla Dg Sanco (Directorate General for Health and Consumer), ai Ministeri della Salute e dello Sviluppo Economico e al Parlamento Europeo che, in attesa dell’etichettatura, sulle confezioni di bevande alcoliche vengano apposte scritte informative come per i pacchetti di sigarette.

La dichiarazione di guerra all’alcol parte dalla collaborazione tra il Prof. Gianni Testino, epatologo direttore del Centro di Alcologia dell’Ospedale San Martino di Genova e vicepresidente della Società Italiana di Alcologia, Furio Truzzi, vicepresidente nazionale Assoutenti, Ennio Palmesino, presidente della Wacat (World Association of Clubs of Alcoholics in Treatment) e l’avvocato Giuseppe Giacomini dello studio Conte & Giacomini, da anni profondamente impegnati in queste tematiche.

“Il problema è che non c’è la percezione del fatto che l’alcol provochi il cancro, proprio perché non è mai stato specificato con chiarezza – spiega il Prof. Gianni Testino – inoltre, la pericolosità delle bevande alcoliche c’è anche se il consumo è basso: per contrarre la cirrosi epatica, per intenderci, bisogna bere tanto alcol, mentre per il cancro bastano livelli sociali”. Il risultato sono numeri che fanno impressione: ogni giorno nell’Unione Europea muoiono più di 500 persone uccise da patologie alcol correlate. Oltre 200 mila morti all’anno in Europa, 30 mila in Italia. Senza contare che il consumo di alcol è il primo fattore di rischio per il tumore alla mammella.

FONTE : ALCOLICEBERG

 

A tale proposito è stata indetta la Giornata Nazionale senza alcool chiamata No Alcol Day.

Personalmente credo fermamente nella visione del buon Gigi Picetti per cui ” tra l’abuso ed il non uso c’è di mezzo l’uso” e non ho alcuna competenza scientifica per confermare o smentire la suddetta teoria, ma sinceramente la ritengo sconvolgente fino al punto da indurmi a desistere totalmente dal consumo della poca birra che oramai mi stavo concedendo causa problemi intestinali e gastrici 😥

Aggiungo che l’ipotesi di scrivere NUOCE GRAVEMENTE ALLA SALUTE sulle bottiglie come già sui pacchetti di sigarette, sia del tutto ininfluente sul problema alcolismo in particolare per i giovani. A mio modesto parere il problema si combatte con la stimolazione ad una vita naturale e basata sul rispetto del proprio corpo, fornendo utili alternative alla noia ed al degrado cittadino.

Il terrorismo psicologico, l’istruzione basata sulla paura e la demonizzazione, magari in buona fede, purtroppo, spesso ottiene effetti opposti; molto meglio insegnare l’amore che continuare con questa politica basata sul culto del male e del dolore…..

Cosa ne pensi?