Storica sentenza della Cassazione
I blog non sono stampa clandestina


Carlo Ruta

Carlo Ruta

Rete internet è da sempre sinonimo di libertà, luogo (quasi) impossibile da regolamentare per antonomasia.

Malgrado questo postulato, ciclicamente qualche politico o magistrato di turno tenta di porre paletti, restrizioni e costrizioni a quello spazio nato decenni addietro per consentire a ricercatori e studenti di condividere esperienze e materiale scientifico.

Ci hanno provato in molti suscitando polemiche e reazioni di sdegno da parte della stragrande maggioranza degli addetti ai lavori del web.

La famigerata proposta di legge soprannominata ammazza blog ha seminato il panico per mesi attraverso la minaccia di censura e sanzioni ai danni di coloro che come il sottoscritto desiderano semplicemente esprimere il proprio pensiero mettendoci la faccia oltre che tastiera, anima e cervello.

In pratica blogger e proprietari di siti personali si ritroverebbe comparati alle testate giornalistiche, venendo costretti ad una registrazione all’albo nazionale della stampa ed al pagamento di un tributo annuale, con obbligo di rettifica immediata a quanto scritto.

Fortunatamente alcuni politici, hanno repentinamente stoppato queste deliranti minacce alla democrazia digitale; malgrado ciò ogni tanto qualcuno paga per tutti.

E’ il caso di Carlo Ruta giornalista e saggista italiano che nel maggio 2008 è stato condannato a una pena pecuniaria per avere intrapreso la pubblicazione del giornale di informazione civile denominato Accade in Sicilia, diffuso su internet, senza che fosse stata eseguita la registrazione presso la cancelleria del Tribunale competente. Si è trattato del primo caso in Italia e in Europa. La sentenza è stata percepita, in Italia e all’estero, come un attacco dello Stato italiano alla libertà del web, e in particolare alla libera espressione dei blog.

La violazione è quella dell’art. 16 della legge 47 del 1948 che riguarda principalmente i giornali cartacei ma che è stata in questo caso applicata al web e ai blog.

In una nazione dove tutto oramai è fuori controllo e ogni giorno assistiamo impotenti a soprusi da parte del sistema nei confronti dei cittadini oramai ridotti a macchine produttive, qualcuno ha paura della libera espressione che un sito internet si può permettere.

Come nel caso del gigantesco e mostruoso Golia abbattuto  dalla fionda del piccolo Davide, un potente uomo di governo può ritrovarsi sbugiardato e messo alla gogna per le sue mascalzonate da un semplice blogger seguito magari da migliaia di utenti.

Sono le leggi del nuovo mondo il quale, che lo si voglia o meno avanza in maniera vorticosa ed inarrestabile.

Da alcuni giorni circola una notizia di una sentenza della corte di Cassazione che crea un precedente in grado di dare una svolta definitiva a questa assurda modalità tutta italiana.

(ANSA) – ROMA, 11 MAG – I blog non sono assoggettabili alla legge sulla stampa del ’48, in particolare non hanno l’obbligo di registrarsi presso il tribunale come testata giornalistica, a meno che non ricevano finanziamenti pubblici. Lo ha stabilito la Cassazione con la sentenza storica che ha assolto con formula piena il blogger siciliano Carlo Ruta di Accadde in Sicilia, condannato in primo e in secondo grado per il reato di stampa clandestina. ”E’ la fine di un incubo iniziato sette anni fa”, ha detto Ruta. FONTE www.ansa.it

Si potrebbe a questo punto tirare un sospiro di sollievo e sperare in un futuro meno assurdo e demagogico ma è meglio non abbassare la guardia e monitorare con grande attenzione l’evoluzione di questo tormentato ambito, come suggerisce puntuale e competente come sempre l’Avvocato Guido Scorza sul suo Blog

Alla notizia della Sentenza della Cassazione – le cui motivazioni non sono ancora note – in Rete sono partiti i festeggiamenti e si moltiplicano post e commenti nei quali si saluta con grande soddisfazione la decisione.

Reazione condivisibile e tentazione irresistibile quella di gioire dinanzi allo sgretolamento dell’ennesimo anacronistico tentativo di imbrigliare l’informazione sul web nei legacci e nella burocrazia pensati – oltre mezzo secolo fa – per i giornali di carta.

Non ci si può, tuttavia, non fermare a riflettere che, qualcosa [n.d.r. fosse solo qualcosa, potrebbe dire qualcuno] nel Paese non funziona, se centinaia di migliaia di cittadini si ritrovano “ridotti” a festeggiare una Sentenza che dice quanto in tutto il resto del mondo è ovvio e scontato.

FONTE : www.guidoscorza.it

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