Facebook pause stop & go
primo esperimento di social logout 3


facebook stop & go beriocafe

facebook stop & go beriocafe

Venerdì 21 settembre ore 18:00
BerioCafè di Genova
Facebook Stop & Go
Si può vivere senza Facebook ?
Ultima tappa del primo
esperimento di social logout

Dopo nove mesi di “ibernazione” del suo account Facebook, Adriano Casissa, informatico e blogger genovese, si connetterà nuovamente al social network, verificando così, se esiste effettivamente una possibilità di “rinascita digitale”.
Sarà occasione per discutere ancora una volta di come e perchè le nuove tecnologie hanno trasformato le nostre abitudini e le modalità di comunicazione.

Facebook pause stop & go primo esperimento di social logout

Facebook stop & go

 

Tra edonismo e privacy, opinionismo e gossip, cercheremo di capire se è possibile un utilizzo consapevole e proficuo di queste affascinanti quanto insidiose risorse.

Verranno presentati diversi modi di vivere Facebook, Twitter e piattaforme online come strumenti attivi e non puramente ludici.

 

Lo faremo insieme a :

 

Adriano Casissa

www.casissa.it

Consulente informatico, blogger e organizzatore di eventi e corsi dedicati alle nuove tecnologie.

Ideatore dell’eperimento di Social Logout Facebook Pause

Facebook, Google Youtube e Wikipedia soddisfano ogni desiderio individuale e rappresentano oramai lo standard comunemente adottato dagli internauti i quali, costantemente, stanno abbandonando le comunità precedenti per confluire in uniche immense piazze virtuali.
Esattamente come accade per l’agricoltura e l’artigianato, oggi assistiamo impotenti alla scomparsa delle piccole realtà, sostituite da grandi corporazioni.

Il risultato di questa gigantesca schedatura volontaria di massa è la perdita di quell’autonomia che fino ad ora ha contraddistinto la rete.

Quella che di primo acchito pareva una rivoluzione culturale si è invece rivelata una sorta di tomba della comunicazione; tutti dicono la loro ma poi?
Che segno lasceranno milioni di parole?
In quale maniera i posteri potranno approfondire le loro origini?
Quell’accozzaglia di tematiche affrontate in modalità random, le interminabili discussioni su temi di indubbia autenticità che fine faranno ?
Esistono blog personali online da molti anni e la loro analisi consente di delineare un quadro sociale e culturale preciso.
Contrariamente il mondo dei sopra citati strumenti, composto da inesauribili scatoloni di materia prima informatizzata, rischiano di saturare la capacità umana di selezione e scelta; in pratica siamo ingolfati dalle informazioni.
Nella nostra bacheca si alternano inviti ad aperitivi così come all’adesione a grandi cause sui massimi sistemi.
Il post sulla cassa integrazione della fabbrica di quartiere rimane stritolato in mezzo alle segnalazioni di maltrattamento di cani in Asia.
Libertà è partecipazione e non significa ingurgitare quotidianamente infiniti input; stiamo correndo il rischio di non trovare più posto per dire la nostra nell’immensità del web.

 

Laura Guglielmi

www.mentelocale.it

Giornalista, Direttora MenteLocale

Chi, come me, lavora nel mondo dell’informazione e del giornalismo, presto scopre che non può più usare questi strumenti solo per gli amici, ma che diventano soprattutto micidiali, anche se divertenti, strumenti di lavoro. Ore di lavoro in più, che i giornalisti non possono dedicare ai contenuti di mentelocale.it, ma che perdono per posizionare la testata sui vari social network, una postazione che ha bisogno di cure e invenzioni continue. Non vi dico la fatica che abbiamo fatto dopo aver raggiunto i 5000 amici (limite massimo perFacebook). Siamo stati costretti ad aprire una pagina Mi piace e avevamo intenzione di farci iscrivere, forse non tutti i 5000 amici, ma almeno chi ci aveva fatto richiesta d’amicizia e Facebook non ci permetteva di accettare. Dopo un po’ abbiamo lasciato perdere: Facebook spuntava tutte le nostre armi – aveva cominciamo a definirci spam – il suo scopo era farci pagare un’inserzione.

Ma noi di mentelocale.it siamo un media, noi stessi viviamo di inserzioni pubblicitarie, non abbiamo finanziamenti di altro genere. Quindi non ha senso pagarne una noi per arricchire una piattaforma come Facebook, che ci costringe a lavorare gratis, per far guadagnare solo il signor Zuckerberg. Per arricchire una piattaforma multinazionale, che drena energia a chi già deve gestire un media autorevole locale. È lo stesso per tutte le testate online, da Repubblica al Corriere.

Facebook, e le altre piattaforme multinazionali, in apparenzasembrano aiutare i media indipendenti sul web, dando loro spazio e lettori, ma in realtà le ostacolano, costringendo giornalisti a lavorare per loro, sacrificando tempo alla testata originaria. E inoltre rappresentano un problema anche per gli inserzionisti locali, che magari trovano più facile fare pubblicità su Facebook piuttosto che sui siti di informazione locale. Basta avere una carta di credito e fare qualche click. Non devi telefonare né parlare con agenti commerciali. Portando meno ricchezza a chi vive di web nelle diverse parti del mondo, come Genova o Milano, dove operiamo noi.

 

Bernardo Parrella ( in collegamento dagli Stati Uniti )

www.agoravox.it/Bernardo-Parrella

Giornalista freelance, attivista e traduttore collabora dagli USA con varie testate/progetti italiani. Ultima sua traduzione è Fan, blogger e videogamers. Coordinatore di Global Voices Online in Italiano

 

Non c’è solo la rivoluzione araba. Gabon, Thailandia, Madagascar, Colombia, Uganda. Oscurati dai media mainstream, i quali hanno preferito mettere il silenziatore anche sulla guerra fredda digitale dichiarata da Hillary Clinton.

Una parte del mondo ribolle e ad informare sono gli stessi protagonisti. Semplici cittadini che plasmano il cambiamento, oltre che raccontare in presa diretta rischi e conquiste di tale cambiamento. Il locale diventa globale e viceversa, senza soluzione di continuità. Rispetto al lavoro del ‘giornalista’, è chiaro che il valore aggiunto prodotto dai citizen media acquista sempre più senso e spazio. Come pure (e soprattutto) per tutti quegli individui che dall’altra parte del globo, vogliono sapere e capire, partecipare come possono al nuovo scenario in fieri. Dal villaggio globale al pianeta elettrico il passo è breve.

Come cittadini del mondo, non possiamo più permetterci il lusso di dimenticare certi conflitti o problemi, né tantomeno ignorare le conversazioni sui fatti di ogni giorno in zone geograficamente o culturalmente lontane. Persino i fatti di casa nostra acquistano dinamiche meno buie se l’occhio e l’impegno collettivo spaziano nel “glocale” dei nostri giorni. E il valore aggiunto delle voci globali, del flusso dei citizen media (rumore incluso) è un bene irrinunciabile che richiede attenzione e partecipazione. Proprio come la democrazia.

http://bernyblog.wordpress.com/2011/02/19/il-valore-aggiunto-dei-citizen-media/

 

 

Marco Vagnozzi

Educatore presso Centro di Solidarietà di Genova
Autore del libro ” fermiamoci un attimo”
http://prevenzionecsg.wordpress.com

 

Circa un anno fa è uscito nelle librerie il volume “Fermiamoci un attimo! Il blog come spazio di riflessione e promozione della salute nella tecno-era della velocità“, che racconta la storia di questo blog a partire dall’omonimo progetto, Prevenzione 2.0, sviluppato nell’anno scolastico 2009-2010 con alcuni studenti dell’Istituto Majorana-Giorgi di Genova.

Attraverso un’analisi del fenomeno del consumo di sostanze e dei profondi cambiamenti sociali avvenuti in quella che nel libro viene definita come un’epoca dominata dalla tecnologia e dall’imperativo della velocità e della performance, si va a trattare il tema del rischio in età giovanile con l’idea di una nuova forma di promozione della salute. Oggi infatti gli operatori del sociale e le diverse agenzie educative (scuole, centri giovanili, enti privati, ecc.) non possono non guardare alle trasformazioni dei modi di comunicare degli adolescenti e dei giovani adulti, e quindi a fenomeni ormai quotidiani come il Web 2.0, nel quale si producono nuove forme di socialità, di relazione, di scambio. Presentati spesso come terreno per la diffusione di nuovi pericoli, gli strumenti tecnologici possono invece divenire la nuova frontiera dell’educazione alla responsabilità e alla consapevolezza.

“Fermiamoci un attimo!” è dunque un libro per educatori, genitori, insegnanti, che parte dalle voci dei ragazzi e dal racconto di un’esperienza quotidiana, per sviluppare analisi sociali più complesse ma che comunque si connettono al vissuto dell’autore-educatore. Prodotto dalla casa editrice Erga di Genova, il volume è disponibile online e nelle principali librerie al prezzo di 12 euro. Per chi volesse ottenere rapidamente una copia, è disponibile anche la pagina Facebook del libro, o in alternativa la pagina Facebook di Prevenzione 2.0 , o il contatto mail dell’autore, marcovag83@libero.it .

 


Federico Guerrini

www.federicoguerrini.com

Giornalista  scrittore e consulente di social media.
Scrive o ha scritto di tecnologia e innovazione per La Stampa.it, l’Espresso, Il Sole 24 Ore Nord Est, Pc World, Internet Anch’io e altre riviste online e cartacee.

 

Dalla scheda libro: “Un libro per il manager e l’imprenditore che faticano a districarsi nella “giungla” dei nuovi media, fra gergo fumoso e promesse di marketing raramente mantenute.
Un libro agile e piacevole, senza pretese enciclopediche, ma con l’ambiziose di fare un minimo di chiarezza.
All’interno del volume vengono analizzati i principali social network per uso generalista e/o professionale: Facebook, Twitter, LinkedIn, YouTube, Flickr e Slideshare e viene riservato uno sguardo ad alcune
reti ancora poco utilizzate nel contesto italiano,come Foursquare, che si presta molto bene ad attività promozionali.

Ciascun capitolo, ricco di esempi concreti, descrive prima di tutto in ogni sfaccettatura il network su cui è incentrato e ne mette poi in evidenza pregi e difetti ai fini di un utilizzo commerciale. Il lettore viene quindi preso per mano e guidato attraverso una serie di
case history aziendali in grado di offrire spunti di ispirazione e riflessione”.

www.viveresocial.com

 

Emanuela Risso

www.facebook.com/fangosullemagliette

Fondatrice, Community Manager e Admin della pagina Facebook “Angeli col fango sulle Magliette”.

La pagina Facebook “Angeli col fango sulle magliette” è nata il giorno 4 novembre 2011, durante la tragica alluvione che ha colpito Genova. Costruita sull’onda dell’emozione, nel tentativo di rinverdire lo spirito degli “Angeli del fango” di storica memoria, la pagina si è trasformata fin da subito in un canale dalla portata straordinaria grazie alla quantità e alla velocità delle adesioni da parte della community di Facebook, genovese e non.
Lo scopo principale della pagina, in fase di emergenza, è stato quello di informare, aggiornare e far circolare richieste d’aiuto, utilizzando sempre fonti ufficiali e verificate. Nel dopo alluvione la pagina è diventata, invece, luogo di coordinamento dei volontari (in particolare giovani e giovanissimi): ha divulgato gli appelli della Protezione Civile locale, raccolto ed organizzato i contatti dei volontari, permettendo di mettere in campo le forze disponibili nelle situazioni dove gli interventi erano più urgenti.
Grazie alle testimonianze dirette e alla grande quantità di materiale fotografico e video condiviso dagli utenti, la pagina è anche stata un accorato “racconto collettivo” dell’alluvione e della mobilitazione che l’ha seguita, che si è tradotto nel gennaio 2012 in una mostra promossa dalla Regione Liguria e curata dagli stessi Admin della pagina (“Fango sugli obiettivi”).
La pagina, che attualmente conta circa 23900 utenti, è tuttora operativa: si è recentemente attivata, ad esempio, per l’emergenza terremoto in Emilia, supportando una raccolta di aiuti.
La redazione è composta da cinque Admin, tre moderatori, due consulenti (web master e web designer) e un addetto alle pubbliche relazioni.
“Angeli col fango sulle magliette” ha ricevuto numerosi riscontri da istituzioni, media nazionali e locali, ma soprattutto dalla community, che la considera un esempio nell’ambito della gestione dell’emergenza tramite Social Media e del cosiddetto “volontariato digitale”.
Il 17 febbraio 2012 una rappresentanza della redazione è stata ricevuta dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano presso il Quirinale. Da qui è stata trasmessa una “diretta Facebook” dell’incontro, grazie alla quale gli utenti della pagina hanno interagito in tempo reale con la massima carica dello Stato.

 

 

Enrico Alletto

www.enricoalletto.it

tecnico, papà e cittadino in rete
Ideatore, in collaborazione con Mentelocale.it del Progetto Genova Mappe https://genovamappe.crowdmap.com/

Enrico presenta l’idea Open Genova

Pensare e costruire uno spazio aperto e condiviso che sia sgombro da ideologie partitiche e propenso all’ascolto
rispettoso del proprio interlocutore mi è sembrata NON LA SOLUZIONE, ma un primo passo per creare condizioni
positive che possano incoraggiare buone pratiche, avvicinare cittadini ed istituzioni locali e favorire il germogliare
dei buoni semi nella nostra città.

Cosa sarà Open Genova? Un’altra iniziativa su internet che nasce e muore in una Genova vecchia ed immobile oppure qualcosa di diverso… molto dipenderà da come le persone accoglieranno questo mio sassolino nello stagno.

Cosa può essere Open Genova ADESSO? Un crocevia di idee e di conversazioni tra comuni cittadini, addetti ai lavori, qualche esponente politico e giornalista locale interessato all’idea, una bacheca per far conoscere iniziative ed eventi genovesi.

 

L’intero incontro verrà trasmesso in diretta video streaming attraverso: www.adriano.casissa.it/tv

Evento Facebook www.facebook.com/events/426213584102717

 

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