Addio Bambi Fossati è morto il Jimi Hendrix di Genova


Gambetta Fossati Manfredi Ostaja

Gambetta Fossati Manfredi Ostaja

E’ morto Bambi Fossati, cantante, chitarrista, uno dei padri del Rock progressivo italiano.
Ogni qualvolta vengo a conoscenza della scomparsa di un musicista, provo doppio dolore: il primo per il sentimento di separazione dalla persona stessa, il secondo per l’indotto vuoto artistico che si viene a creare.
Ho conosciuto  Bambi negli anni ’80, quando le serate del centro storico offrivano ancora emozioni allo stato puro, e al sabato sera non esisteva la movida, ma solo sano Rock’n’Roll, suonato, sudato, urlato e talvolta vomitato.

Parliamo del Qualude e del 261, dove potevi suonare fino all’alba in cambio di birra e applausi, che a quei tempi, prima dell’era esibizionistico-mediatica erano davvero tanta manna.

Ho preso lezioni di chitarra da un suo allievo (amato Ugo buonanima pure lui) perchè Bambi oltre a suonare insegnava, e di chitarristi che ora gli devono un riff c’è piena la Superba. Pensate, esisteva ancora la linea di demarcazione maestro / discepolo, grazie alla quale il primo, amorevolmente insegnava e il secondo faticosamente imparava. Il mondo tutto easy, gratis, illimitato non era ancora stato inventato.

Ho avuto però la fortuna di frequentarlo personalmente solo in seguito, grazie all’inossidabile Gigi Picetti, durante le indimenticabili serate all’Ostaja de Banchi, prima che venisse trasformata in una trattoria per turisti, insaziabili divoratori di trenette al pesto.

Era persona mite ma sanguigna e non mancava mai di umorismo, anche se negli ultimi anni la malattia lo aveva reso di certo meno affabile che negli anni ruggenti, come ruggenti erano le casse da cui sparavano i suoi interminabili assoli.

Di lui ricordo con divertita nostalgia, una serata all’Ostaja in cui, dopo inesauribili giri di accordi (e bevute) in compagnia degli amici di sempre, Beppe Gambetta e Max Manfredi ( foto ) , pronunciò uscendo dal bagno un proverbio dialettale genovese:

“O moe poe u me-u dixeiva: piscià sensa mulà un peto l’è cumme sunà u viulin sensa l’archetu!”

Traduzione casta per foresti perbenisti:

“Mio padre diceva: orinare senza emettere aria è come suonare il violino senza l’archetto”

Arrivederci Bambi; spero tanto che ovunque tu sia in questo istante, si trovi una Fender pronta per le tue instancabili mani.

Ascoltate le sue parole alla fine del video, con le quali si scusa per l’imperfezione dell’esecuzione appena conclusa….