“Vuoi più bene al papà o alla mamma?”


Freedom Children

Freedom Children

Ci sono momenti in cui, mentre tento di trasmettere a mio figlio le istruzioni per l’uso di questa bizzarra vita terrena, realizzo quanto in realtà dovrebbe essere lui a fornirmi il manuale, sicuramente più semplice e funzionale del mio.

Cerco di fare del mio meglio per non inquinare la purezza del suo pensiero, neppure in quei momenti in cui, riscrivendo la storia umana ad immagine e somiglianza di una disorientante fantasia, traccia percorsi temporali popolati da personaggi che, nel fervido immaginario infantile, attraversano le epoche ed i luoghi, senza confini e senza regole.

Ecco quindi che “gli uomini primitivoli” alleati con i romani sconfissero i dinosauri cercando di salvare Gesù.

Spesso freno la macchina enciclopedica che romba nel garage della mia memoria e lascio passare senza colpo ferire le sue adorabili licenze poetiche, scientifico storiche, dicendomi che tanto, prima o poi, arriverà qualcuno a dettar legge, costringendolo ad accettare ciò che è scritto, detto e convenzionalmente riconosciuto dai più.

Destino ha voluto che stamani mi sia capitata sotto gli occhi questa straordinaria condivisione di Natalino Balasso, la quale racchiude con pungente ironia la mia visione sui bambini

“Vuoi più bene al papà o alla mamma?”
Basta la domanda idiota di un adulto che non ha argomenti per far precipitare un giovane umano nell’oscuro baratro dello schieramento. Mi piacerebbe che un bambino rispondesse: “Vedi, sono due tipi di affetto diversi”. Oppure che rispondesse: “Penso che da grande ucciderò entrambi”.
I neurobiologi (a proposito, nessuno degli sveglioni che commentano inutilmente i miei post ha notato che quando non so che cazzo scrivere scrivo “i neurobiologi”?) ci insegnano che quasi tutti i bambini sono geni fino a 5 anni, poi vanno a scuola.
Ripetiamo gli stessi schemi e a 50 anni siamo cervelli inservibili. Saremmo molto più intelligenti se cominciassimo a pensare che dal passato non s’impara un cazzo. O perlomeno se sospettassimo di non avere appreso granché, visto che ripetiamo gli stessi gesti almeno per il 70% delle nostre giornate.
Natalino Sapegno, dice la leggenda, ha cominciato a studiare il greco antico a 80 anni, dalla sua aveva il fatto che sapeva come si fa a studiare, ma sarebbe bello se ci fosse qualcosa che pensiamo nella nostra supponenza di dover imparare nella vecchiaia, sempre che veleni e rabbia non ci abbiamo abbattuti prima.
Il primo passo per rovinare un bambino è fargli credere che c’è un “gusto” nel vestirsi, che i colori vanno abbinati e che deve far fare bella figura ai genitori. I bambini assimilano le nostre divisioni del mondo, finché nessuno glielo dice, un bambino non saprà mai di essere un cattolico o un musulmano o un ebreo o un francese o un biondo. A scuola imparerà le definizioni del mondo che gli adulti hanno preparato per lui e sarà pronto a passare dal via.

Natalino Balasso Pagina Facebook