Mozziconi di sigaretta allarme inquinamento ambientale e soluzioni


portacenere da tasca

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Ho fumato per per circa vent’anni e smesso per altrettanti.
Dall’autunno 2017 ho ripreso, inizialmente come un turco ma fortunatamente negli ultimi mesi ho ridotto l’avvelenamento corporeo.
Durante la prima era, inizio anni ’80, dopo l’ultima boccata, non mi preoccupavo minimamente del destino del mozzicone, gettandolo a terra, lanciandolo lontano (come i veri duri), sotterrandolo nella sabbia delle spiagge affollate.

All’epoca si fumava ovunque: al cinema, nelle apposite carrozze dei treni, ma soprattutto nei bar, dove lo stesso barista, armato di accendino, provvedeva ad accendere le sigarette degli avventori subito dopo il caffè.

Recntemente il mondo ha aperto gli occhi su quanto, un gesto apparentemente innocuo come il suddetto, possa in realtà trasformarsi in dramma ambientale.
I numeri parlano chiaro: in Italia, valutazioni dell’ENEA stimano in 13.000 tonnellate il peso di mozziconi prodotti ogni anno raggiungendo così il primo posto tra i principali inquinanti prodotti dall’uomo e riversati ogni anno negli oceani del mondo superando di gran lunga la plastica.
La scarsa reperibilità di bidoncini della spazzatura, la fretta e l’ignoranza in merito alla pericolosità dei cilindretti realizzati in carta, colla e fibra di acetato di cellulosa, quindi biodegradabili se nuovi, ma praticamente indistruttibili una volta impregnati dopo l’uso

……..e soggetti al rilascio di 4000 sostanze chimiche, classificabili, a seconda dei casi, come irritanti, nocive, tossiche, mutagene e cancerogene. Di fatto almeno 250 di tali sostanze sono considerate nocive e almeno riconosciute come cancerogene. Tra le sostanze a rischio, le più note sono dei carcinogeni come benzopireni, fenolo e formaldeide; metalli pesanti come arsenico, piombo e cadmio; sostanze tossiche come acetone, toluene, nicotina, benzene, acido cianidrico, acetaldeide, nitrati; sostanze pericolose come butano e ammoniaca (l’abbondanza di sostanze chimiche deriva da quelle impiegate nella coltivazione e nella manifattura del tabacco: fungicidi, erbicidi, insetticidi e pesticidi.

FONTE WIKIPEDIA

Da quando ho ricominciato con questo inutile quanto dannoso vizio, avendo raggiunta fortunatamente una maggior consapevolezza individuale e globale, ho deciso di non contribuire a questo atto di auto distruzione, limitando le conseguenze ai miei polmoni, cuore e materia cerebrale.
Come? molto semplice. Con la modica spesa di un Euro, ho acquistato in un negozio cinese, una morbida bustina colorata, rivestita all’interno di un materiale ignifugo.
Basta introdurvi il mozzicone ancora acceso, chiuderla e il gioco è fatto; non occorre neppure pressare in quanto dopo pochi secondi la brace si estingue autonomamente per soffocamento.
Rimane il problema dello smaltimento in quanto, una volta piena la stessa va svuotata in un bidone ed il contenuto destinato alla discarica, non esistendo ancora una politica di raccolta differenziata mirata.
Quanto meno è un piccolo passo verso un auspicabile futuro che contempli la distribuzione di appositi contenitori, magari dislocati presso le tabaccherie, bar, farmacie.