” Loro dentro ” documentario
sulla vita nel carcere di Genova Marassi 1


loro dentro

loro dentro

Le condizioni delle carceri italiane sono tristemente note:

Nel 2010 l’Italia ha raggiunto il record europeo di 68.258 detenuti. In poco più di un anno il numero si è mantenuto costante, oggi sono circa 67 mila detenuti e sono compressi in spazi previsti per 45.681 persone. Più della metà sono in carcere in attesa di un giudizio. Sul totale dei detenuti solo il 56,2% ha una condanna definitiva. In Francia i detenuti che aspettano una sentenza sono il 23,5 %, in Germania il 16,2%, in Spagna il 20,8%, in Inghilterra 16,7%. Il sovraffollamento è al 148%, il peggiore in Europa dopo la Serbia. FONTE www.corriere.it

Il carcere di Genova Marassi ovviamente non è da meno e le condizioni di vita la suo interno continuano a peggiorare ogni anno a causa del costante rialzo della percentuale di sovraffollamento.

La maggior parte di quelle persone sono finite dietro alle sbarre per reati legati alla droga e centinaia di giovani extra comunitari vengono arrestati per possesso di hashish e marijuana, sostanze che ogni sera vengono vendute a giovani italiani di ogni tipo e ceto sociale.

Sono le vittime sacrificali di un sistema corrotto e doppiogiochista; alcol, tabacco, gioco d’azzardo di libera vendita contro anni di galera per 2 grammi di “fumo” in tasca.

Siamo solidali nei confronti di tutti e tutto ma quelle 850 persone stipate in una struttura che può ospitarne poco più di 400, dove chiedere un preservativo è un disonore e i soldi per avvocato e sigarette non te li da nessuno, sono solo da dimenticare, un problema di nessuno.

Vivo a poca distanza dalla struttura circondariale cittadina e ogni volta che passo a piedi sotto le mura, per andare alla Coop Il Mirto, penso a come possano esistere ancora oggi simili follie umane.

Penso non solo a chi ci vive perchè ha sbagliato ma anche a tutti quelli che ogni giorno indossano una divisa, militare o civile che sia, timbrano un cartellino e lavorano rinchiusi esattamente come i primi. Anche loro, ovviamente, nessuno se li fila.

I tentativi di suicidio non si contano così come i tagli che gli ospiti coatti si procurano quotidianamente per poter staccare qualche ora e attirare l’attenzione su altri problemi.

Su questo mondo nascosto, su questi sconosciuti gironi infernali è stato realizzato un documentario prodotto dal Laboratorio di Sociologia Visuale dell’Università di Genova.

Il film è stato presentato Martedì 17 aprile ore 18.00 CINEMA SIVORI – salita Santa Caterina 12 Genova in collaborazione con la Provincia di Genova – Ass. Carceri Milò Bertolotto.

Sul progetto e sul tema trovo molto interessante l’articolo di Era Superba a firma del bravissimo Matteo Quadrone

 

“LORO DENTRO”, Documentario, HDV, 42 min, Italia 2012.
Prodotto da Università di Genova – Laboratorio di Sociologia Visuale, Centro Frantz Fanon, Ser.T ASL 4 Chiavari.
Regia: Cristina Oddone
Laboratorio animato da: Massimo Cannarella, Francesca Lagomarsino, Cristina Oddone, Luca Queirolo Palmas, Fabio Seimandi.

 

Una decina di ragazzi tra i 20 e i 30 anni, italiani e stranieri, ci raccontano la vita dentro il Carcere di Marassi, l’istituto penale più grande della Liguria: 850 persone in una struttura che può ospitarne poco più di 400. Nei mesi in cui abbiamo realizzato questo laboratorio video (febbraio — giugno 2011), abbiamo girato insieme a loro nei luoghi del carcere: la sala colloqui, l’aria, il campo, le cucine, i corridoi delle sezioni. Mostrando i loro corpi segnati dal dolore e marchiati dall’esperienza della detenzione — ultimo spazio espressivo e di denuncia — prende forma davanti a noi il racconto delle loro storie di vita, biografie spesso segnate dalla migrazione, dell’emarginazione sociale, della tossicodipendenza. Il carcere diventa un orizzonte di possibilità facilmente raggiungibile, riproponendo gli stessi meccanismi di separazione e confinamento che esistono anche fuori: le distinzioni tra italiani e stranieri, la stratificazione per classe. La quotidianità oscilla tra le domandine, l’attesa di un colloquio, la speranza di ottenere le pene alternative. Nonostante ciò oltre i muri resistono la solidarietà, i legami, gli affetti. La vita continua anche dentro una cella sovraffollata. continua a leggere su www.laboratoriosociologiavisuale.it

 


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